Che fare se un tatuaggio non piace più? Lo si rimuove? E con quali rischi per la pelle e la propria salute? Chi meglio dei medici dermatologi conoscono questa risposta. Una risposta che anche la clinica Humanitas di Rozzano attraverso il proprio primario di dermatologia ha dato nel proprio magazine.

Prima di vedere però quanto dichiarato dal professore e facendo un passo indietro, risulta, dall’Istituto Superiore di Sanità, che ben 7 milioni di persone, il 12,8% della popolazione, hanno deciso di farsi tatuare scritte, simboli o disegni. Di questi lo 0,5% ha effettuato un tatuaggio con finalità mediche e il 3% un tatuaggio per finalità estetiche, il cosiddetto trucco permanente.

Sebbene la maggior parte dei tatuati sia soddisfatta di quanto fatto (il 92,2%), una buona quota di tatuati, pari al 17,2%, ha dichiarato di voler rimuovere il tatuaggio e di questi il 4,3% l’ha già fatto.

In ogni caso rischi e controindicazioni legate all’iniezione d’inchiostro e all’introduzione di pigmenti sotto la pelle sono diversi, dalle reazioni allergiche, all’epatite fino alle infezioni. Il 3,3% dei tatuati, sempre secondo l’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, ha dichiarato di aver avuto complicanze o reazioni come dolori, granulomi, ispessimento della pelle, reazioni allergiche, infezioni e pus.

A questo punto, visti i rischi che si hanno a fare un tatuaggio ci si domanda se è altrettanto rischioso per la pelle anche rimuovere i tatuaggi. Proprio per non voler essere di parte la risposta arriva da un illustre clinico quale il professor Antonio Costanzo, direttore dell’unità di Dermatologia dell’ospedale Humanitas, come già sottolineato in un articolo pubblicato dal magazine della stessa clinica . «Rimuovere tatuaggi può, a seconda della tecnica che si utilizza si comportare reazioni infiammatorie, croste e anche, in alcuni casi, iperpigmentazione post infiammatoria, cioè macchie dove prima c’era il tatuaggio».

Importante secondo il primario è quello di poter contare su laser di ultima generazione e essere seguiti da medici nella pratica di rimozione. «È opportuno rivolgersi a centri specializzati che posseggano le ultime tipologie di laser in grado di trattare e rimuovere tatuaggi multicolore. L’esperienza del medico – continua – è poi fondamentale per capire quale potenza utilizzare per i vari colori che compongono il tatuaggio. I laser frammentano il pigmento del tatuaggio permettendone poi la rimozione da parte dei macrofagi (le cosiddette cellule spazzino) quindi, almeno in teoria, non ci sono rischi sistemici a rimuovere il tatuaggio. È fondamentale non esporre al sole il tatuaggio rimosso; per questa porzione di pelle si può applicare uno stick ad altissima protezione solare o utilizzare un bendaggio. È opportuno, inoltre, applicare una crema antinfiammatoria in modo da ridurre al minimo i rischi di iperpigmentazione».